“Noi siamo quello che mangiamo” sosteneva già a metà del 1800 il filosofo tedesco Feuerbache e alla luce degli studi più recenti e accreditati aveva ragione: la salute si costruisce a tavola in base a quello che mangiamo.
Per capire questo concetto bisogna innanzitutto chiarire la differenza tra alimentazione e nutrizione. Con il termine alimentazione si intende l’atto del mangiare che ci consente di apportare energia al nostro organismo. Quando mangiamo, infatti, non facciamo altro che immettere “carburante” nel nostro corpo per consentirgli di svolgere tutti i processi che ci mantengono in vita.
La nutrizione, invece, è un processo più complesso perché non si tratta del semplice atto di ingerire ma dell’insieme di tutti processi biologici che consentono la scomposizione dell’alimento, assimilazione dei nutrienti e utilizzo di questi stessi per garantire la sopravvivenza e l’attività del corpo. I cibi che scegliamo quotidianamente nella nostra alimentazione ci trasformano dall’interno e possono influire positivamente sulla qualità e la durata della nostra esistenza. Questo rapporto cibo-salute è talmente forte e diretto che di recente è nato un nuovo filone di ricerca, la nutrigenomica, che studia nel dettaglio le relazioni tra patrimonio genetico e cibo, cioè come le molecole che introduciamo con la dieta influenzano i nostri geni e di conseguenza la nostra salute.